Intrevista di Cinzia Blanket - New Age And New Sounds Magazine
Cinzia Blanket for New Age and New Sounds Magazine
Gennaio 2009
 
Ha abbandonato set televisivi e palcoscenici teatrali per dedicarsi alla musica. Dopo aver relizzato due album pervasi da paessagi sonori poetici e intimisti, il versatile artista nato a Buenos Aires firma un nuovo laboro, interamente ispirato alla storia di Scheherazade.
 
Sensible, generoso, altruista, affascinante, attore e musicista. Al Conti sembra incarnare quel principe azzuro descritto in molte favole, tanto desiderato da piú o meno giovani idealiste, che credono ancora nell' amore idilliaco. Anche in un mondo dove domina il pragmatismo anziché la fantasia, capita d'incontrare, quando meno uno se lo aspetta, personaggi che sembrano uscitti da un racconto fiabesco, forse perché questi personaggi amano incantare, attingendo da vecchie storie, che si perdono nella notte dei tempi.
 
Conti rientra in questa categoria. É un artista romantico, molto introspettivo, a cui piace parlare di poesia e di narrazioni fantastiche, di avvenimenti che parlano d'amore e che sono senza tempo, come le Mille e una notte, a cui si é ispirato per comporre il suo ultimo album, Scheherazade, che a raggiunto subito la vetta della classifica di "New Age Reporter."
 
Nato a Buenos Aires, ma da anni trasferitossi nel Vermont, Al é un attore pieno di talento, che ha interpretato diversi ruoli drammatici, sia per produzioni televisive (come "As the world Turns" della CBS), sia per lavori teatrali (tra cui, Rozencrantz and Guildenstern Are Dead, Andre's Mother and Poor Richard). La musica, peró, lo ha sempre accompagnato, grazie a una madre balleria classica, e a un padre, architetto e scrittore, appassionato di vari generi. Il desiderio di comporre qualcosa di suo, lo ha spinto ad abbandonare per un pó palcoscenici e set televisivi, per raccontare , attraverso suoni, ritmi e melodie, storie di oggi e di epoche passate. In questi anni, dopo aver realizzato tre album, sente di aver maturato un nuovo approccio musicale, come lui stesso ci spiega.
 
Al: "Non ho un metodo specifico quando compongo. Sono molto istintivo. Parto da un'idea che si manifesta in modo del tutto spontaneo e pian piano inizio a plasmarla. Quando ho individuato la giusta direzione, procedo alla selezione degli istrumenti adati per creare le atmosfere che ho in mente. Le scelta dipende molto dai contenuti del brano e, piu in generale, dell'album in cui viene inserito.
 
Nel caso di Scheherazade, essendo un progetto che trae ispirazione dal Medio Oriente, ho sviluppato suoni che esprimessero i climi fiabeschi, misteriosi, sensuali di quelle terre. Ho iniziato a comporlo appena terminato il mio album precedente Poeta. Le varie tracce sono nate di getto. Per effetto dell'imaginazione musicale, delle melodie e le notte le evevo concepite prima nella mia mente. Cosí, il processo di scrittura, e poi di registrazione, è stato davvero semplice. La storia di Scheherazade me ha sempre affascinato e ho cercato di creare armonie e arrangiamenti che racontassero il suo linguaggio emotivo."
 
Cinzia: I suoi dischi precedenti, in particolar modo Shadows, per certi aspetti sono molto più meditativi e intimisti rispetto a Scheherazade. Il suo approccio creativo è cambiato in questi anni?
 
Al: "Si, è cambiato molto. Shadows è un album che racchiude canzoni composte in vari periodi della mia vita. Parlano dei miei ricordi e delle sensazioni provate in momenti particolare. Le avevo scritte per me, senza immaginare che anni doppo sarebbero confluite in un disco. Poeta è un laboro più coerente, nel senso che segue un preciso percorso ed esprime in maniera più coesa emozioni, immagini ed esperienze legate a un lasso di tempo più breve e ben circoscritto. Scheherazade è sino a oggi quello più strutturato, poichè concepito secondo una precisa chiave di lettura."
 
Cinzia: Sente che ci sono profonde differenze sul piano emotivo e di ricerca personale tra essere attore e musicista?
 
Al: "Ho laboratto como attore sin da giovanissimo. Era ciò che desideravo essere. La musica mi ha sempre accompagnato, ma non mi sarei mai aspettato che sarebbe diventata acnh'essa un lavoro. Quando dovevo calarmi in una determinata parte, lasciavo che miei stati d'animo venissero influenzati dalla musica. Per esempio, per interpretare un ruolo in cui dovevo provare malinconia, per poi scoppiare in lacrime, fascevo risuonare nella mia mente l'Adagio di Albinoni, che riusciva a transportarmi proprio in quella dimensione emozionale che dovevo ricreare como attore. Da quando mi sono avvicinato seriamente alla musica, mi rendo conto di riuscire a esprimere la mia essenza in modo molto più profondo. Attraverso le sonorità che scelgo posso rapressentare le varie sfumature della mia anima. È un diverso tipo di comunicazione, che avviene tra me e chi ascolta la mia musica."
 
Cinzia: Lei sostiene la fondazione Until There's A Cure. Puo parlarcene?
 
Al: "Until There's A Cure è una fondazione che si occopa di ricerca e di raccolta fondi per sostenere chi è affeto da hiv/aids. Sostengo anche altre associazioni, che si occupano di Alzheimer e di leucemia. Queste tre patologie le conosco bene, perchè hanno toccato persone che amo. Penso che come artista, nel mio piccolo, posso sensibilizzare la gente verso determinati problemi, fascendo conoscere loro splendide realtà, in cui lavorano persone che aiutano con profonda umanità gli altri."
 
Cinzia: È nato in Argentina, ma ormai da svariatti anni vive negli Stati Uniti. Quali elementi legati alle sue radici latine sente maggiormente dentro di sè?
 
Al: "Credo che le mie origini argentine abbiano influenzato il mio modo di scrivere musica. In realtà, sono stato suggestionato anche dalla cultura italiana, grazie a mia mamma, nata nel vostro Paese. In casa mia si sentivano le melodie di Mina, Adriano Celentano, Peppino Di Capri e Nico Fidenco. Ascoltavamo musica proveniente dai diversi angoli del pianeta, ma i motivi italiani sono quelli che più hanno dato un'impronta ai suoni che amo comporre, molto melodici. Poi naturalmente il mio gusto va oltre questi schemi e, come dimostra il mio ultimo album, mi piace entrare anche nei territori sonori etnici."
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